Amibici, la Parenzana – lungo la storica ferrovia

Una delle ciclovie più conosciute è la Parenzana, l’antica linea ferroviaria TPC Trieste Parenzo Canfanaro che fu costruita nel 1902 durante l’Impero Austro Ungarico per favorire il trasporto di merci da Parenzo, attualmente Poreč in Croazia, e altri paesi dell’Istria nord occidentale fino all’importante emporio e porto dell’Impero che era un tempo Trieste.
Lungo il percorso delle 35 fermate di questa ferrovia che durò solo 33 anni, oggi corre una ciclabile di 123 km che da Muggia, alle porte di Trieste, arriva fino a Parenzo attraversando l’Istria e piccoli borghi un tempo Italiani che nel 1947 sono stati spartiti tra Territorio Libero di Trieste e Jugoslavia in una storia sanguinosa e molto triste. I confini sono nuovamente cambiati con la storia e oggi in questo percorso attraversiamo tre stati: Italia, Slovenia e Croazia.
Avevo fatto diverse volte questa ciclabile ma solo per una prima parte in Slovenia, da Muggia a Pirano per circa 70 km A/R. Da tantissimo tempo coltivavo il desiderio di farla tutta e ho realizzato questo sogno organizzando una mini vacanza con gli Amibici per il ponte del 2 Giugno.

1 GIORNO ARRIVO… LA MIA ANIMA E’ A TRIESTE
Siamo 7 Amibici: Tamara, Mary (o Barbara?!) Cristina, Simona, Elena , io e Claudio F. unico pover’uomo che ci dovrà sopportare per 4 giorni! Appuntamento alla stazione di Trieste nel primo pomeriggio, dopo il capo in B di rito e svolte le prime operazioni logistiche di recupero delle bici a noleggio nel negozio di Mathitech e check in nel BB della fantastica Marta (cocola come sempre, anzi di più!) posso accompagnare i miei compagni di pedale per un breve giro di collaudo delle bici e di scoperta della città del mio cuore.
Trieste, città del vento, della Barcolana, del caffé…
Per chi non la conosce, consiglio di dedicarle almeno un week end per scoprire la sua magia.
James Joyce, suo storico cittadino, in una lettera a sua moglie Nora dichiarava “la mia anima è a Trieste”, perlomeno è rimasta qui la sua statua a Ponterosso. In pochi passi si arriva a Piazza dell’Unità d’Italia (Piazza Unità semplicemente per i Triestini) che per me e molti è la piazza più bella d’Italia… L’unica che ha uno dei quattro lati mancanti perché affaccia direttamente sul mare.
Dal Molo Audace è possibile cogliere la piazza intera oppure volgere lo sguardo verso il golfo, racchiuso dal Carso proteso a cingere questa perla, e in un colpo d’occhio vedere il Faro della Vittoria, il “formaggino” Monte Grisa e là in fondo il romanticissimo Castello di Miramare.

MIRAMARE, TOPOLINI E LA SEZIONE NUDOPEDALE
La ciclabile che porta al castello passa dal lungomare di Barcola, con i suoi “topolini” sempre gremiti di bagnanti pronti a sdraiarsi o a fare qualche “clanfa” (tuffo triestino!) non appena esce un raggio di sole. Non è cambiato nulla, per fortuna, Trieste è bella come sempre, e come Joyce anche la mia anima è rimasta qui in fondo a questo mare blu.
Seppur l’ho visitato tante volte non c’è luogo più bello e romantico del Castello di Miramare e merita di tornarci, soprattutto per il tramonto. Affacciato sul mare e circondato da un rigoglioso parco, è stato la dimora di una coppia sfortunata. Massimiliano D’Asburgo, arciduca d’Austria e Imperatore del Messico, e la sua consorte Carlotta del Belgio non ci vissero che pochi anni. Lui fu ucciso in Messico, e lei perse la salute mentale.
Dobbiamo brindare il nostro arrivo a Trieste e l’inizio della nostra ciclo vacanza con un fantastico aperitivo nel mio baracchino preferito a Barcola, gestito da uno sloveno fuori come un balcone, ci cui purtroppo non so il nome. “Faso tutto” dice, e ci prepara Hugo, Spritz e tramezzini e fanno subito effetto. Fondiamo in pochi minuti la nuova sezione di Amibici “Nudo Pedale”. Pagare è un’impresa. Un po’ perché lo sloveno fa casino coi numeri, un po’ per il reggaton a palla nello stereo del suo baracchino… barcollando e pedalando torniamo passando per il Porto Vecchio di Trieste ridendo come scemi. Come inizio niente male!
Ceniamo allo Spiller, sulle rive, ci raggiungono amiche di Claudio F e il mio caro “muloneFabio che posso abbracciare dopo mesi.

2 GIORNO MUGGIA – CAPODISTRIA… CHIODINI, GAVEMO?
Arriva il momento di pedalare sul serio! Ufficialmente inizia la nostra Parenzana. La prima tappa è di 60 km circa, da Muggia fino a Buje, attraversando i due confini, Slovenia e Croazia. Il Delfino verde ora consente di trasportare 16 bici e ci porta a Muggia via mare, evitandoci di pedalare per 14 bruttissimi km attraverso la città e la zona industriale. Consiglio di verificare gli orari prima.
Al Duomo di Muggia ci aspetta Fabio che in sella alla sua Wilier Triestina ci farà da cicerone sui pedali fino a Capodistria / Koper.
Che emozione superare il primo confine! La prima parte della ciclabile è un po’ disconnessa ed è facile perdersi… Lo sa bene la povera Elena che ci perde ad un bivio… il gentilissimo Fabio si alza sui pedali e scatta in salita per ritrovarla, mentre noi in attesa non ci perdiamo un ciclista… starnazzando come galline vorremmo avere dei “chiodini” da lanciare al loro passaggio per frenarli! Rassicuriamo Claudio F. e Fabio che anche loro sono ciclisti da chiodini, ma è inutile, non ci sopportano già più! Fabio con la scusa del pranzo decide che è meglio dileguarsi, e lascia il povero Claudio F. ancora una volta da solo e in minoranza….

CAPODISTRIA – BUJE… UNA RADLER CI SALVERA’!
Da Capodistria, la suggestiva ciclabile corre lungo il mare fino a Isola dove ci fermiamo per un pic nic in spiaggia. Il tempo non ci consente la deviazione prevista verso Pirano, la mia località preferita in Istria. Siccome merita, mi riprometto di portarci il gruppo la prossima volta. Ci aspettano ancora 40 km e tra poco comincia qualche salitella. Superiamo Portorose, passiamo dalle splendide e suggestive saline di Sicciole e arriviamo in men che non si dica al confine croato e per fortuna tutti abbiamo i documenti perché in Croazia sono molto severi al confine.
Dopo Portorose io non conosco più il percorso ma è molto ben segnalato. In Slovenia basta seguire il cartello blu con la bici e D8, mentre in Croazia i cartelli gialli della Parenzana sono ancora più chiari e segnalano il punto in cui ci si trova, i km e le altimetrie. Qui si inizia con un po’ di saliscendi ma niente di impegnativo, se non fosse per lo sterrato e per le temperature che nel frattempo si sono alzate. Quando arriviamo a 6 km dalla nostra destinazione Buje siamo completamente disidratati e accaldati. Vediamo un bar in strada come un miraggio e ci fiondiamo per rinfrescarci con Radler e Pivo (birra): “Bevo Pivo finché vivo, bevo Lasko finché casco!”
Tante risate, ma niente chiodini. Il massimo esempio di fauna maschile è un signore di mezza età con una camicia stile Candy crush e sandaletti da crucco!
Arrivati a Buje scopriamo con sgomento che il nostro Bed breakfast si trova in un paese limitrofo e ci aspettano altri 6 km di salita su strada. Ma infine arriviamo al BB Merlo Olivo dove veniamo accolti con simpatia e con una fantastica cenetta preparata su misura per noi e per accontentare anche i vegetariani e vegani della comitiva.

3 GIORNO BUJE – PARENZO… BOSCHI, VIGNETI E ULIVI FINO AL MARE
Occorre fare una ricca colazione! La seconda tappa è più impegnativa e basta guardare il profilo altimetrico per sapere come organizzare la giornata. Ci sono due saliscendi per un dislivello totale di 600 mt. Una prima parte in salita fino a 300 mt, poi in discesa fino a Livade al km 25. Questa parte che vedo per la prima volta è magica ai miei occhi. Si pedala su sterrato in mezzo ai boschi, si incontrano tunnel e viadotti. La vista giù è meravigliosa. Ruderi della stazione di Piemonte, ormai abbandonati al corso della natura. Non ci sono ristori, i paesini sono arroccati sui colli e lontani dalla ciclabile.
Sapendolo, eravamo preparati con barrette, biscotti, integratori e due borracce di acqua. Scesi a Livade troviamo un bel bar con un porticato di glicine per un caffè e una fontana per caricare le borracce.
La seconda parte prevede ancora 18 km in salita passando da Montona, arroccato sulla collina che se si ha tempo si può visitare, fino a Visinada a 300 mt. Qui pranziamo, ci riposiamo e affrontiamo gli ultimi 18 km in discesa verso il mare, passando tra vigneti e ulivi… destinazione finale Parenzo! Arriviamo!
Appena arrivati ci fiondiamo con un taxi boat sull’isolotto di San Nicola, a due bracciate da questa incantevole cittadina istriana, per festeggiare la nostra piccola impresa di 123 km con un aperitivo sulla spiaggia. Una cena lungo il mare a base di pesce e poi una passeggiata per il centro storico, già invaso di turisti.

4 GIORNO PARENZO – TRIESTE… SI TORNA A CASA!
Rientriamo a Trieste con il mitico Boris, con la sua jeep attrezzata con carrello per le bici in convenzione con il BB Merlo Olivo.
Giusto il tempo per un ultimo pranzo insieme, al caffè Urbanis in piazza della Borsa, e poi riconsegniamo le nostre bici alla Mathitech. Il frecciabianca delle 17.01 ci aspetta per riportarci a Milano!

CONCLUDENDO… GRAZIE PER QUESTO SPLENDIDO VIAGGIO!
7 Amibici, 4 giorni (2 di pedalata) 123 km attraverso 3 stati (Italia, Slovenia e Crozia), circa 600 di dislivello, abbiamo perso il conto di spritz, hugo e radler… Centinaia di “chiodini”, ma 0 forature… 1 mezza caduta e 2 mezze sparizioni, 1 nuova sezione fondata “la Nudo Pedale”… Tirando le somme…. Un indimenticabile ciclo viaggio… Grazie a tutti!!! Un grazie in più al mitico Claudio F. che ha saputo gestire 6 donne incontenibili e vivaci!

Siti consigliati:
http://www.bikeways.eu/
http://www.parenzana.it
http://www.viaggiareslow.it/

E ora le foto! Alcune sono mie, altre (e ringrazio) di Cristina, Claudio e Mary!

In stazione
In stazione

Lungomare di Barcola
Lungomare di Barcola

A Miramare
A Miramare

Joyce
Joyce

Piazza Unità
Piazza Unità

Cena allo Spiller
Cena allo Spiller

Oggi se pol! cocoli muli
Oggi se pol! cocoli muli

Il Delfino Verde
Il Delfino Verde
Il Duomo di Muggia
Il Duomo di Muggia
Fabio, ciclista da chiodini!
Fabio, ciclista da chiodini!
Il confine con la Slovenia
Il confine con la Slovenia
Capodistria, piazza Tito
Capodistria, piazza Tito
Capodistria, la ciclabile verso Isola
Capodistria, la ciclabile verso Isola
Eccolo il trenino!
Eccolo il trenino!
La prima galleria, Strugnano
La prima galleria, Strugnano
Le saline di Sicciole
Le saline di Sicciole
Passato anche il secondo confine Croato
Passato anche il secondo confine Croato

21 boschi 2

20 boschi

Claudio F. ciclista da chiodini
Claudio F. ciclista da chiodini
Al Merlo Olivo
Al Merlo Olivo
Finalmente al Merlo Olivo!
Finalmente al Merlo Olivo!

22 da buje

22_1 passi di danza

22_2 piemonte 2

22_3 piemonte 3

22_4

23 livade 2

24 livade 3

27 montona

alex

17 buje

parenzo 2

parenzo

parenzo 4

cena 4 parenzo

parenzo 3

parenzan 4

La Parenzana, prima parte Italia Slovenia
La Parenzana, prima parte Italia Slovenia
La Parenzana, seconda parte, Slovenia Croazia
La Parenzana, seconda parte, Slovenia Croazia

C'era una volta il trenino Parenzo - Trieste
C’era una volta il trenino Parenzo – Trieste

Precedente A Lisbona, senza bici! Successivo SOS CALDO: consigli per andare in bici in estate

6 commenti su “Amibici, la Parenzana – lungo la storica ferrovia

    • casybike il said:

      Grazie Diego! Ti invidio, tu puoi andarci quando vuoi! Comunque si… Viaggiare in bici è la cosa più bella:-) non vedo l’ora di rimettermi sulle ruote per una nuova destinazione!

    • casybike il said:

      Grazie Chiara, ci siamo trovati stra bene! Sia con le vostre bici Mathitech che con l’accoglienza e tutto del Merlo Olivo.
      Non vedo l’ora di tornare!

I commenti sono chiusi.