Corso accompagnatori MTB con AMI

Da tempo cercavo una scuola che offrisse una formazione per accompagnatori cicloturistici e ho trovato AMI, associazione e Scuola Maestri Mountainbike, che da anni forma e prepara in modo professionale cicloguide, accompagnatori MTB e Maestri di MTB. Tra le tante proposte in rete mi sembrava la più completa e professionale, e dopo mesi di valutazione, mi è bastato fare quattro chiacchiere con loro nello stand a Cosmobike Show di Verona per decidere di iscrivermi alla prima data disponibile e oggi posso confermare di avere fatto la scelta migliore e di essere felice di avere fatto questo percorso.

Sono state 4 lunghe e intensissime giornate a Bassano del Grappa: da giovedì a domenica, un totale di 50 ore di lezione, 30 ore di lezioni teoriche e 20 ore pratiche e in sella. Le materie di studio di teoria erano fisiologia sportiva e alimentazione, tecniche di allenamento, primo soccorso, meccanica, cartografia, organizzazione e gestione dei tour e dell’attività di accompagnamento, codice della strada, normative etc.
Per la parte di giornata in sella alla Mountain Bike, abbiamo invece approfondito e messo in pratica le regolazioni del mezzo, le posizioni e la tecnica di guida in tutte le condizioni (salita, discesa, curva, superamento ostacoli) migliorando di giorno in giorno il controllo del corpo e del mezzo.
31 corsisti, tra i quali ben 5 donne! Con le mie compagne di corso si è creata subito tanta complicità e supporto. Tra queste Chiara, amica giornalista di Trieste che ho citato già molte volte nei miei articoli, Rebecca nuova amica di Milano che spero di incontrare prestissimo per pedalare di nuovo insieme, e le tostissime Elena e Emily. Ma anche i compagni di corso maschietti (mi perdoneranno, sono troppi da elencare) non sono stati da meno! Sempre pronti a dare un consiglio, a farci ridere e a coccolarci quando non riuscivamo a fare qualcosa.

Infatti se nelle ore di lezioni teoriche ho cercato di assorbire come una spugna ogni parola e preso una quantità di appunti che nemmeno all’università… nelle lezioni pratiche ho avuto non poche difficoltà! Questo potrà stupire chi mi conosce di persona, frequenta le mie gite o segue il blog, e sa che vivo sui pedali e che da Gennaio a quest’oggi ho 6000 km nelle gambe. Eppure amici… andare in Mountain Bike non è come pedalare in strada sull’asfalto perché il terreno su cui si pedala varia costantemente e presenta continuamente asperità e ostacoli.
E’ un ciclismo molto diverso da quello che ho sempre conosciuto, il cicloturismo che pratico e il ciclismo su strada che seguo come sport, e il livello di sforzo fisico non è confrontabile con ciclismo su strada con gli stessi parametri tecnici. Se un mese fa qualcuno mi avesse chiesto di fare 30 km di MTB avrei accettato serenamente pensando di fare poco sforzo, visto che di solito sono abituata a farne minimo il doppio o anche 100 km in un giorno. Ora so che 30 km in MTB sono come sforzo fisico pari ai 100 su strada e che sembrano pochi ma dipende dove li fai e come li fai!

Anche la tecnica di guida è diversa: la postura, come si affronta una salita o una discesa. Ad esempio, su strada se trovo una salita ripida, una bella rampetta insomma, mi viene naturale di alzarmi sui pedali. Ma io sono un ciclopippa, faccio poco testo. Pensate a Pantani, quando attaccava alzandosi sui pedali!
In MTB è tutto diverso e se vi trovate in un sentiero su terreno magari umido perché ha piovuto, se vi alzate vi ribaltate in avanti, e se state seduti con il sedere in sella e il busto dritto come se andaste a comprare il giornale si alza la ruota davanti e vi ribaltate all’indietro. Allora che si fa? Esiste una tecnica giusta per affrontare una salita: stare in punta di sella, gomiti bassi in modo da tenere il peso del corpo il più possibile basso e caricare l’avantreno così da tenere l’equilibrio e il controllo della bici anche nelle salite più ripide. Tutto chiaro? Sembra facile a dirsi, vero?

Il bello della Mountain Bike è che, rispetto alla strada o ai percorsi ciclabili, permette di immergersi completamente nella natura, pedalando all’interno di boschi lontani dal traffico e dalle macchine, ma questo non significa che non ci siano pericoli.
In questi 4 giorni i nostri Istruttori Nazionali AMI (Andrea, Marco, Paolo, Pierantonio, René, Roberto, Michele, Ivan) hanno dato il massimo per trasferire ad ognuno di noi, i più bravi e quelli più base, le tecniche per guidare in sicurezza e affrontare al meglio una discesa, una salita, pedalare e gestire curve strette e ostacoli. Abbiamo tutti appreso moltissimo, provando e riprovando, mettendoci la grinta, rialzandoci caduta dopo caduta. Una delle mie tante cadute è stata più tosta delle altre, e mentre il mio corpo cadeva a destra, il piede destro ha pensato di andare a sinistra… una bella botta, un grande spavento e una gita al pronto soccorso di Bassano, per fortuna non si è trattato di una frattura ma solo di una bella distorsione alla caviglia.
Anche in questa occasione i maestri istruttori AMI sono stati professionali, gentili e disponibili. In particolare devo ringraziare Marco e Pierantonio che mi hanno sostenuto anche psicologicamente tranquillizzandomi, facendomi ridere e poi venendomi a prendere non appena l’esito delle lastre (per fortuna negativo) e la fasciatura hanno concluso l’iter del pronto soccorso.

Ogni giornata di corso prevede delle valutazioni delle prove pratiche, del comportamento, la frequenza e l’impegno, e determinano un punteggio che va a sommarsi alle prove del quarto giorno: un esame scritto su tutti gli argomenti appresi nei tre giorni in aula, una prova di meccanica a tempo (cambiare una camera d’aria), una prova pratica di guida sul campo. Se si supera un certo punteggio totale si ottiene il diploma di accompagnatore MTB, con un punteggio inferiore ma sufficiente si ottiene il diploma di Cicloguida.
Non ho potuto fare la prova pratica finale, ma l’esame scritto e di meccanica sono andati molto bene e quindi ho terminato il corso come Cicloguida e conquistato un brevetto nazionale affiliato UISP che desideravo e che mi consente di accompagnare gruppi in escursioni e tour con tutti i tipi di bici lungo strade asfaltate o sterrate in buono stato. Il bagaglio di conoscenze che ho appreso e porterò sempre con me in sella nei miei viaggi e nelle gite che organizzo mi aiuteranno a svolgere al meglio le mie attività, e le tecniche che ho imparato in questi giorni e che metabolizzerò grazie alla pratica mi saranno preziose nell’affrontare un sentiero e nel gestire il mezzo con più controllo.
Da questo corso esco arricchita anche dal punto di vista umano e sento di essere una persona migliore. Le prove che ho dovuto affrontare hanno messo alla prova le mie capacità fisiche, di resistenza e di coraggio. Ho imparato che bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo e che la testa fa tutto. I nostri maestri ci ripetevano alla nausea che la cosa più importante è lo sguardo. Se guardi il sasso, vai sul sasso, se guardi oltre il sasso troverai il modo per aggirarlo al meglio. Penso che così sia la vita. Se ci si concentra sui problemi si troveranno solo altri motivi per continuare a parlarne non uscendone più. Se invece si identificano i problemi ma si va oltre, si guarda alla via d’uscita, ecco che la si può trovare. Magari con fatica. Magari mettendo giù il piede più volte, magari aggrappandosi a qualcuno, ma si può uscire da ogni situazione.
Ho imparato che da soli non si può andare da nessuna parte. Per condurre un gruppo numeroso è necessario un lavoro di squadra, che è quello che ho visto fare da parte di tutti gli istruttori nazionali di AMI, dei grandissimi professionisti con un grande cuore.

Un grazie alla maestra Anna di MTB Milano, che mi ha aiutato a prepararmi “last minute” sui rudimenti della mountain bike e delle tecniche che avrei dovuto imparare al corso. A Giovanni, compagno di pedale in Amibici e FIAB, che mi ha portato ad allenarmi in una bellissima gita di 30 km a San Colombano al Lambro, e che mi ha motivato, incoraggiato e dato preziosi consigli. Non solo questo: Mi ha anche prestato la sua bici! Che è ancora intera Gio, non preoccuparti!
Da adesso comincia il vero lavoro, quello sul campo, quello con le persone, quello dei miei Bike tour che voglio fare continuare a fare, sempre di più e meglio.
Quanto alla MTB… continuerò ad allenarmi e troverò del tempo per praticare quello che ho imparato e quando mi sentirò pronta, potrò affrontare l’esame finale per salire di livello, conquistare la maglia blu e il diploma di accompagnatore MTB. E’ una sfida con me stessa e un appuntamento con gli Istruttori AMI per il prossimo anno!

Le foto sono rubate qua e là, tra quelle ufficiali AMI e quelle dei miei colleghi corsisti. Del resto per me era veramente impossibile fare foto e nel contempo non ammazzarmi 😀

La prima lezione con Anna
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Eccoci, al primo giorno di scuola
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Lezioni di cartografia
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La tecnica freno pedale fatta da Pierantonio, come dovrebbe essere!
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Le ragazze e il presidente
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Chiara durante le prove
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Lungo il Brenta
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Massima concentrazione!
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La mia povera caviglia
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Con Marco e Pierantonio
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Fantastici compagni di corso
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Se la MTB è troppo faticosa, si può passare alla vespa 🙂
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