Il ciclo libro: la mia vita in bicicletta

In vacanza ho conosciuto una ragazza di nome Tamara, toscana che vive a Milano, e che come me ama andare in bici, gli animali e viaggiare. È vegana, ma si accontenta si essere vegetariana quando le è impossibile alimentarsi come preferirebbe, come ad esempio nei viaggi. Così con Tamara ho condiviso pedalate, chiacchierate e tante verdure grigliate e altri piatti vegetariani preparati su misura per noi (io non sono vegetariana ma non mangio carne).

Anche Margherita Hack era toscana, ed è stata tutta la vita vegetariana e amante delle due ruote. In questo dolcissimo libro ci racconta la sua vita. L’infanzia, gli anni del fascismo, le prime gite in bici, l’incontro con l’uomo della sua vita Aldo, i tanti “bimbi pelosi” a cui ha voluto bene, la sua carriera di astrofisica e infine gli ultimi anni della sua vita nell’amata Trieste (pedalando su e giù tra il Carso e il lungomare di Barcola) dove si è spenta il 29 Giugno 2013.
Una persona speciale che ci è stata regalata, e che ora ci ha lasciati per congiungersi alle sue adorate stelle.

Questo ciclo libro lo dedico a Tamara, che mi ha ricordato di questa fresca e piacevole lettura.

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“Montiamo in sella con Margherita Hack per ripercorrere con un’ironia garbata tutta toscana la sua vita al ritmo di dolci o sfrenate pedalate. La celebre astrofisica ci racconta come è passata dal triciclo alla bici da corsa. In mezzo ci sono le salite fiorentine; l’università; il secondo conflitto mondiale e il rifiuto di aderire al fascismo; l’amore per Aldo che, prima di diventare suo marito, fu grande amico d’infanzia e di giochi al Bobolino; la passione per il ciclismo e l’atletica; la carriera; l’affetto per gli animali; i viaggi all’estero; Trieste e le gite a due ruote a respirare libera nella natura, o le piacevoli nuotate a Barcola… Negli ultimi capitoli, quasi una pedalata civile, ci descrive il suo impegno culturale e politico, l’attenzione verso l’ambiente e le sue considerazioni sul dibattito dell’energia nucleare. Infine ci confida la vita nella sua “quarta giovinezza” lontana dalla bicicletta, ormai “appesa al chiodo”, ma ancora ricca di sogni e di ideali.”

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