In bici…sempre con il melone!

Se non mi conoscete, avete letto del mio legame emotivo con la bici e mi avete visto in qualche foto con un paio di occhiali fucsia e una bici con delle gerbere attaccate al cestino…
Probabilmente vi sarete fatti l’idea di un personaggio un po’ naif (beh un po’ si)…
che va in giro come la vispa Teresa…(eh no… questo no!)

Chiariamo subito questa cosa… Io sono una che quando va in bici usa il melone.

Quando si va in bici, si deve sempre e in ogni momento usare il melone!
In bici ci si può fare male, anche molto male… anche moltissimo male!
Ma in bici si può anche fare del male agli altri. Ci si dimentica troppo spesso di avere delle responsabilità quando si guida un mezzo, e questo vale tanto per chi si sposta in auto, ma anche per chi si sposta in bici.

Mi sposto in bici quasi quotidianamente e vivo una posizione privilegiata, perché sono una ciclista, un’automobilista e un pedone. Pertanto mi rendo conto degli errori che compiono tutte e tre le categorie e posso esprimermi in maniera oggettiva.
Noto innanzitutto un atteggiamento aggressivo diffuso che rende la vita in strada una guerra continua.
“Autosauri” contro ciclisti, pedoni contro ciclisti, ciclisti contro “autosauri” e pedoni.
Ma oggi non voglio entrare nell’argomento delle tante scorrettezze degli automobilisti verso le categorie più deboli, ciclisti e pedoni. E non voglio nemmeno citare la presunta intolleranza dei pedoni nei confronti dei ciclisti.
Vorrei invece riflettere insieme a voi sulle regole del codice della strada che anche noi ciclisti siamo tenuti a rispettare, i comportamenti che dovremmo adottare e gli accorgimenti da tenere per essere più sicuri in strada e per favorire una maggiore comprensione tra tutti evitando spiacevoli conflitti.
Il nostro obiettivo infatti deve essere in primo luogo tornare a casa sani e salvi, ma anche promuovere con il buon esempio l’uso della bici e non è certo facendosi odiare che si potrà ottenere un risultato positivo in termini di mobilità urbana.

Ci sono quindi delle norme da rispettare secondo il codice della strada ma anche dei comportamenti di buon senso, e che avrete sentito già molte volte, che vale la pena di tenere sempre a mente quando si pedala.

1. Ciclisti, Illuminatevi di immenso!

Cari amici ciclisti, se guidate un auto lo saprete bene, ma io comunque lo dico, anche per chi invece non conosce il punto di vista dell’automobilista.
Gli autosauri non vedono i ciclisti che vanno in giro di sera senza luci!
Cercate di capire una buona volta che viaggiate su un pezzo di ferro, senza luci, magari vestiti di nero… e loro semplicemente non vi vedono. Non possono vedervi, capite?
E se pensate che siccome in città ci sono i lampioni allora c’è luce… vi assicuro che quella luce serve a voi per vedere la strada ma non alle auto per vedere voi, benedetti ragazzi. Rendetevi visibili!
Quando di sera mi muovo in auto mi rendo conto di non vedere i ciclisti che vanno in giro senza luce, e capisco quanto per il ciclista sia di fondamentale importanza farsi vedere. Bastano due lucine di quelle LED in silicone: Quella rossa lampeggiante da attaccare al tubo reggisella, quella bianca, fissa o lampeggiante, al manubrio / piega o al tubo dello sterzo.
E non importa se rovina l’estetica della vostra “fixed”, perché posso assicurarvi che l’asfalto o il cofano di quel SUV rovina molto di più l’estetica del vostro faccino… Ok?

Piccola ammissione di colpa: a zonzo per il centro di Trieste mi sento più sicura ovviamente di quando sono a Milano e quello spirito anche un po’ vacanziero che vivo nei weekend mi ha fatto delle volte scordare di “illuminarmi”. Non capiterà più, perché illuminare la bici è la regola numero 1 da tenere scolpita nel cervello.

2. Inguardabol gilet
Ebbene si. Lo so. Il gilet rifrangente è inguardabile. E’ una roba che non si affronta. Vi capisco se siete riluttanti.
Figurati se poi TU con la fixed te lo metti.
Potrei anche chiudere qui l’argomento… Ma vorrei aggiungere che in certe situazioni… Tipo la nebbia per citarne una che qui a Milano va forte… quel gilet è decisamente utile! Mettilo almeno con la scighera, dai!
Se proprio non lo vuoi mettere, almeno non vestirti di nero, o comprati quei bracciali rifrangenti da attaccare ai jeans o alle maniche del giubbotto. Insomma fatti vedere, benedetto “fissato”.

3. Il copri melone
Mi è capitato più volte di sentire: “Ah… io quel coso in testa non me lo metto”.
Il casco in caso di caduta può salvare la vita al ciclista. Non occorre che io dica altro!
Ce ne sono in commercio di veramente bellini!
Se volete che assomigli ad un cappellino, la Abus per esempio ne fa di carini per l’inverno.
Se invece siete più tipi spiritosi e colorati, allora la Nutcase è decisamente il top!

Ho letto tante cavolate sull’uso del casco… c’è chi asserisce di non volerlo usa perché allora dovrebbero usarlo anche automobilisti e pedoni! Ma che ragionamento idiota è? Solite polemiche.
E’ ovvio che in auto si è maggiormente protetti, mentre a piedi c’è minor pericolo perché si va molto piano, a circa 5 km/h quando si cammina velocemente come per prendere un treno!
In bici si è vulnerabili, esposti a mille pericoli, e si viaggia anche a 60 km/h, in discesa per esempio.
Basta pochissimo per volare… e se il melone è protetto, qualche problema lo si può evitare.

http://it.nutcasehelmets.com/
http://www.abus.com/eng/Mobile-Security/Bike-Safety-and-Security/Helmets/Urban-City

nutcase-watermelom

Ritengo che l’uso del casco non debba essere obbligatorio, ma che dipenda dalla responsabilità del ciclista capire quando è opportuno usarlo. Se dobbiamo andare a comprare il pane magari si può anche evitare, se invece iniziamo a fare un po’ di strada per andare a lavoro con parti trafficate oppure escursioni dove ci sono discese… Il casco è meglio averlo!

4. Il cellulare
Ma come fate a pedalare e parlare al cellulare?
Andiamo oltre che è meglio.

5. Le cuffie
Dopo quella del casco, ho letto un’idiozia ancora più grande. Secondo recenti studi, farebbe bene pedalare e usare gli auricolari o le cuffie per ascoltare la musica mentre si va in bici, e in particolare in città, perché si abbasserebbe il livello di stress a cui il ciclista è sottoposto pedalando nel traffico.
Non posso assolutamente essere d’accordo. Gli auricolari o le cuffie coprono i rumori ambientali e impediscono pertanto di accorgersi di eventuali pericoli.
Se vogliamo ascoltare la musica, possiamo attaccare al manubrio o al tubo orizzontale le apposite custodie per smartphone che oltre a farci da radio, possiamo usare come GPS con le varie APP in uso (Strava, Runkeeper etc.)

6. Segnalare. Alza quelle braccia!
E’ opportuno segnalare l’intenzione di effettuare una svolta, tenendo sollevato il braccio corrispondente alla direzione per qualche secondo o per il tempo sufficiente per assicurarsi, lanciando uno sguardo dietro di sé, che non sopraggiungano altri veicoli. Dopodiché possiamo svoltare con decisione.
Quando si svolta a sinistra, occorre anche guardare che non sopraggiungano veicoli in senso contrario.
Se stiamo attraversando una rotonda e vogliamo andare dritto, segnaliamo con il braccio sinistro che rimaniamo nella rotonda.
Se stiamo tenendo la destra in strada e ad un certo punto vogliamo superare un veicolo in doppia fila sulla carreggiata o un altro ostacolo, segnaliamo tenendo il braccio più basso che c’è un ostacolo che ci fa spostare nel centro della carreggiata.

7. Le strisce pedonali. Queste sconosciute.
In Italia le strisce pedonali sono facoltative. Il pedone sta là e aspetta che qualcuno si fermi. Non è detto che l’automobilista voglia fermarsi e se lo fa, il pedone deve anche ringraziare con un cenno del capo e della mano.
In Italia.
Quando si attraversa con la bici sulle strisce, secondo il codice della strada bisognerebbe scendere dalla bici e spingerla a mano. Se non volete scendere, e il traffico sembra consentire di attraversare pedalando (e non ci sono vigili in giro) è saggio non attraversare in corsa ma stare fermi qualche secondo e aspettate che l’automobilista si sia fermato e che vi faccia un cenno prima di passare.

8. Tenere la destra… ma non troppo!
Il codice della strada dice che le bici devono tenere la destra, e che se le auto sono in coda possono, sempre sulla destra, portarsi in cima alla coda.
E’ importantissimo tenere la destra ma calcolare una distanza di sicurezza rispetto alle auto parcheggiate per evitare aperture improvvise delle portiere. E’ utile in questi casi dare anche un’occhiata all’interno delle auto parcheggiate per captare eventuali movimenti all’interno e prevedere eventuali aperture.
Anche quando ci avviciniamo agli incroci, con stop o precedenza, è bene “buttare un occhio” per vedere se arriva qualcuno e tenersi un filo più centrali nella carreggiata.
Di solito un automobilista ad un incrocio lo supera quel tantino che gli consente di vedere meglio. Meglio allontanarsi da quei 30-40 cm di cofano!
Anche se abbiamo la precedenza, prima di procedere è fondamentale guardare l’automobilista per accertarci che ci abbia visto. Ricordiamoci sempre che siamo meno visibili rispetto ad un auto, soprattutto se non abbiamo luci (e se ancora non le hai vai al punto 1) e che la distrazione in auto (spesso a causa degli smartphone) può sottrarre all’automobilista un nano secondo in frenata che può essere fatale.

9. Le ciclabili.
In Italia le ciclabili non sono sempre belle, e alcune sono ancora più pericolose delle strade. Come ad esempio le ciclo-pedonali, ovvero le ciclabili condivise con i pedoni. O forse dovrei dire quei marciapiedi dipinti di rosso dove puoi andare anche tu ciclista sfigato, ma non è detto che tu ci riesca? Spesso queste ciclo-pedonali hanno due percorsi distinti: uno per bici e uno per pedoni. Tuttavia i pedoni non sempre rispettano la loro corsia. Cerchiamo di portare pazienza e di non creare conflitti inutili. E’ sufficiente un gentile colpo di campanello o dire “attenzione bici sulla sinistra” e superarli a velocità ridotta.
Occhio ai bambini che si muovono imprevedibilmente e ai cani che magari hanno il guinzaglio lento. Mi raccomando.
Nessuna sterile discussione vale il fare male ad un bambino o ad un cane.

Se poi vai in bici da corsa, la ciclabile non la prenderai mai. Ma è ovvio. Come si può pretendere che chi si allena e viaggia a 40 km/h prenda una ciclabile, diventando soprattutto un pericolo per gli altri?

10. I marciapiedi. Si chiamano MARCIA PIEDI per un motivo.
Piedi, non ruote, per l’appunto.
Sui marciapiedi non ci possiamo andare. Punto.
Ma se decidiamo di salire sul marciapiedi per un breve tratto per facilitare un attraversamento di strada o in qualsiasi altra situazione dove il marciapiedi possa migliorare la nostra sicurezza, facciamolo andando molto piano e soprattutto rispettiamo sempre il pedone.

11. Come piccoli indiani
E’ bello pedalare con l’amica o con il fidanzato e chiacchierare… Sulla ciclabile o in gita si può anche fare, ma in città o in strada è meglio non farlo bensì procedere in fila in modo da non creare situazioni di pericolo laddove un veicolo cerca di superarci.

La regola d’oro infine, che è contenuta in ognuno di questi 11 punti, è sempre di evitare di creare conflitti con automobilisti e pedoni. Cerchiamo sempre di rispettare per farci rispettare. Poi pedalare è bello e rende più felici, cerchiamo di trasferire questa positività anche nel nostro comportamento in strada.

Grazie! Buone pedalate… con il melone!

Alex Casybike

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