John Mayer a Copenaghen

9 Maggio 2017. Eccomi qui al concerto di John Mayer a Copenaghen.
Aspetto questo giorno dal 6 febbraio 2017 alle ore 10.00 quando hanno aperto le prevendite su ticketmaster e sono riuscita ad accaparrarmi un buon posto al primo anello. 10 minuti circa dopo era SOLD OUT. Non c’erano date in Italia ma in molte altre città europee, tra cui Copenaghen. Ho pensato che potevo approfittare di questo concerto per visitare la città più ciclabile del mondo che desideravo vedere da molto tempo. Così ho deciso di farmi questo regalo di compleanno e vivere una delle serate più emozionanti della mia vita.
Ma come sono arrivata a questo momento? (skip to the english version)

Credo che a volte gli eventi dolorosi della nostra vita siano delle porte che si devono aprire su mondi sconosciuti. È stato grazie alla fine dolorosa di una storia che sono arrivata a John Mayer, di cui conoscevo un paio di hit di molti anni fa poi cadute in uno dei cassetti della mia mente, o dovrei dire del mio ipad. Dopo la rottura, l’ho scoperto per caso e notavo che alcune canzoni arrivavano proprio nei momenti giusti e che in qualche modo i loro testi mi parlavano.
Slow dancing on a burning room suonava e raccontava di questo rapporto così conflittuale e contrastante che doveva finire sennò finivamo noi.
Gravity mi parlava del mio dolore e mi incitava a non sprofondarci dentro (keep me where the light is…), Wheel mi diceva che poi sarebbe passata (that’s the way this wheel keeps working NOW… you can’t love too much…). Clarity mi confermava se una decisione a cui stavo pensando da tempo era quella giusta. In repair mi diceva che dovevo concedermi tempo.
Esempi così… tanti.

Così ho scoperto questo artista e ho iniziato ad amarlo, come se lui fosse un caro amico che dice sempre le cose giuste. Collateral beauty.
Eccomi qui.
Il concerto.
Il Royal Arena è pieno di persone. Migliaia di fan.
Io che ho sofferto per anni di attacchi di panico (anche John: War of my life) mi sento agitata e tesa. Non sarei dovuta venire qui. Bevo dell’acqua. Gioco con l’iPhone. Compro la T-shirt. Andrà tutto bene.

John sale sul palco intorno alle 21.00 e mi squarta in due. Letteralmente.
Canta come un angelo. Il viso di un angelo, proiettato sullo schermo dietro di lui. Suona come un Dio. Se Dio suonasse la chitarra la suonerebbe così.
Io mi sento felice e capisco perché sono là. Finalmente. Dovevo esserci. Punto.

Il concerto si sviluppa come se fosse un film. Ci sono i titoli di inizio e di coda. The Search for Everything. Starring: John Mayer, Pino Palladino, Steve Jordan e tutti tutti i membri della band… persino i driver vengono citati (nei titoli di coda.)
Lui ha cambiato almeno 10 chitarre in tutto il concerto. Lo schermo proietta le sue assurde espressioni facciali quando suona e durante gli assoli (paura… pauraaaa) vengono inquadrate le sue mani che si muovono a una velocità supersonica. È veramente un Dio.

Ecco la scaletta:

(Full Band)
Moving On And Getting Over
Rosie
Why Georgia
Changing
In The Blood

(Acoustic)
Friend Of The Devil
Something’s Missing/ In Your Atmosphere
Come Back To Bed
Stop This Train

(John Mayer Trio)
Crossroads
Vultures
Bold As Love

(Full Band)
Queen Of California
Helpless
Slow Dancing In a Burning Room
Dear Marie

(Encore)
Born And Raised
Gravity
You’re Gonna Live Forever In Me

Non ha fatto Still feel like your man… che delusione… l’ultimo singolo! Io che non vedevo l’ora di cantarla! Ho notato leggendo le scalette delle altre date che ogni volta cambia pezzi. Forse ha voglia di riproporre un po’ di pezzi vecchi dei diversi album. Questo spiegherebbe perché del nuovo album ha fatto solo 5 pezzi.
Ci sono rimasta un po’ male ma… è stato un concerto assurdo.

Da Copenaghen è tutto.
Mancano solo le foto. Siccome le mie fanno schifo, propongo le foto della John Mayer official facebook page (credits Daniel Prakopcyk Photography).
Mentre il selfie in bagno con la mia nuova t-shirt non può essere che opera mia. 😀

Questa foto invece è del concerto di Stoccolma. Vola!

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