Livelli pericolosissimi di auto-tocrito nel sangue

E’ stata una settimana devastante!
Il maltempo e numerosi impegni lavorativi fuori sede hanno causato un uso eccessivo e spropositato del veicolo preistorico a 4 ruote, innalzando notevolmente e pericolosamente i livelli di “autotocrito” nel sangue causando una violenta “autosaurite”.
I sintomi dell’autosaurite sono immusonimento costante, nevrosi, istinto di mandare a remengo l’intero genere umano, e ogni specie animale e vegetale, tic incontrollabili che portano a colpire il clacson senza apparente motivo se non appunto la propria nevrosi.

Sopravvissuta, arriva il sabato e… finalmente sole!
Purtroppo avevo solo un’oretta scarsa da dedicare all’uscita… Ma era necessario! Anzi obbligatorio per la mia salute fisica e soprattutto mentale!
Dopo il primo kilometro, eccomi al bar a bere un marocchino. Ottimo inizio!
Poi finalmente si parte sul serio. Solito giretto lungo i navigli e a zonzo per le “vie dell’acqua” del parco agricolo sud.
Questa volta purtroppo, decisamente più corto del solito. Anzi, dimezzato. 20 km in 45 minuti, ma accontentiamoci.

Sono molto affezionata ai navigli. Forse perché amo pedalare vicino all’acqua e a Milano non c’è il mare, quindi devo accontentarmi di navigli e laghetti ricavati dalle cave. Il mio preferito resta il naviglio grande, ma anche il piccolo ovvero il pavese ha il suo fascino e mi rilassa moltissimo con il suo verde.

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Incrocio un gruppo di ciclisti “stradali” che mi salutano.
Sto un po’ a ruota, ma poi mi staccano. Resta indietro solo un signore, forse si stava rilassando, ma andava davvero pianissimo. Avevo l’istinto di superarlo.. ma non potevo, era stato così simpatico nel salutarmi e non potevo fargli questo smacco e ferire il suo amor proprio di maschio ciclista.
Resto alla sua ruota, finché a causa di un autosauro che proveniva a 70 km/h (in una stradina di campagna) il mio simpatico amico è costretto a frenare. Poi riprendendo a pedalare mi si affianca e iniziamo a chiacchierare del più e del meno, del paese dove abitiamo, della bici e di quando lui faceva le gare.
“Hai un bel passo” mi dice senza malizia, come se parlasse a sua figlia (e in effetti con l’età ci siamo, potrei esserlo)

Nei pressi del Lago Santa Maria hanno fatto la ciclabile. Ma è stranissima! E’ la classica ciclabile dipinta di rosso sull’asfalto e procede a zig zag! Ovvero parte a sinistra, dopo un centinaio di metri segnala l’attraversamento e si sposta a destra, poi ancora a sinistra e poi ancora a destra!
“E’ inutile, anzi, è pericolosa” commenta il mio amico ciclista.
La conversazione si sposta subito sul tema della sicurezza della zona. Di notte è buia, manca totalmente di illuminazione essendo in mezzo al parco agricolo. In inverno poi la nebbia rende la visibilità nulla.
Ma è una zona molto frequentata da runners, forse più che da ciclisti.
Il mio amico mi racconta di un giorno che stava per essere aggredito. Si è accorto per tempo che due lo stavano seguendo con una macchina, ed è riuscito a seminarli.
Mi consiglia sinceramente di non fare quel giro da sola. Arrivati ad un bivio ci salutiamo e ci separiamo.
Mi ha fatto piacere pedalare con lui.

Faccio spesso quel giro in effetti, a volte anche tornando da lavoro se non ho fretta. Però una volta sono stata incauta e stava calando il tramonto e avevo pensato che stavo correndo un rischio. Ultimamente capitano aggressioni ai danni di runners, giusto pochi giorni fa poi un’altra aggressione proprio sul Naviglio grande a Corsico.
Poiché è un mio diritto correre e andare in bici, non rinuncerò di certo, ma è opportuno essere cauti. Mi sono ripromessa che il mio tour dei navigli è meglio farlo di mattina o di pomeriggio prima dell’imbrunire.

Questa settimana di autocentrismo cosmico ha scatenato in me delle riflessioni.
Sta per arrivare l’inverno, e se voglio continuare a pedalare a lavoro serve l’equipaggio giusto quindi ho acquistato ciò che mi mancava per arrivare in ufficio asciutta. Ma se dovesse piovere incessantemente tutta la settimana? E anche il week end?
Vorrebbe dire prendere l’auto o il bus, e non poter pedalare o correre?
Che faccio, non mi alleno? Ho la sfiga di avere un fisico che se non sto in movimento come un criceto divento un bombolotto nel giro di una settimana… La cosa mi getta immediatamente nel panico!

Fortuna che esiste una soluzione!!! I “rulli”.
Trasformano la bici in una cyclette (no, zero… molto più figa) e potrei pedalare in tranquillità mentre mi inebetisco davanti all’Ipad. Così non penso nemmeno alla fatica, a quanto tempo è passato etc.
Inoltre, quando piove, dicono sia l’unico modo per abbassare i livelli di “autotocrito”

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Buone pedalate… a voi che potete!
Alex Casybike

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