Adesso basta morti in strada! Una pedalata per Franco

Finalmente vacanze! Ho un gran bisogno di ricaricare le batterie e per questo ho deciso di ridurre al minimo il contatto con il mio iPhone, ormai estensione del mio corpo e del mio cervello. Certo, tra un bagno e l’altro, posso concedermi qualche momento di contatto con la realtà e con gli amici a Milano.
Così venerdì scorso, sfogliando pigramente la timeline di Facebook, incappo in uno di quei post che spero sempre di non vedere. Ma che purtroppo, ultimamente, ho visto troppe volte.

Un altro ciclista investito!

E quando poi è un amico che posta una notizia del genere il sangue si gela in un attimo.
È successo qualcosa a qualcuno che conosco?

E invece no. Franco Rindone, un avvocato di 52 anni, io non lo conoscevo.
Non lo conoscevo ma soffro per lui e per la sua famiglia, che non l’ha visto più tornare a casa perché venerdì Franco è stato investito, o meglio è stato ucciso, da un TIR in piazza della Resistenza Partigiana, nel pieno centro attraversato dal cantiere per la M4.
Non riesco a guardare le immagini. Sono strazianti. Quel leggero telaio di bici stritolato da un mezzo che pesa tonnellate. E Franco? Schiacciato come se fosse una formica. Senza dignità. Sparito per sempre.
Di chi è la colpa? È stata distrazione? Colpa degli angoli ciechi del camion? I post e le polemiche su facebook esplodono.

Tanti interrogativi ma sicuramente una certezza: dopo tante promesse del Comune non abbiamo ancora visto nessuna seria presa di posizione e nessun cambiamento per favorire la mobilità sostenibile e proteggere noi utenti più deboli, ciclisti e pedoni. Al contrario, proprio notizia degli ultimi giorni, scopriamo che la Regione Lombardia ha promosso a Milano un rally automobilistico, con un tracciato che attraversa in pieno il centro storico e le aree pedonali, piazza Castello e Duomo. Quindi proprio l’AreaC: una gran presa per i fondelli.
E noi francamente siamo un po’ stufi di essere visti come i rompiscatole, come quelli che vogliono fare gli eroi e poi finiscono per diventare martiri. Adesso basta. Adesso si comincia a farsi sentire con voce più forte.

Nel giro di un’ora c’è stata una mobilitazione generale. Milano Bycicle Cohalition lancia un presidio:
Non si può morire così.
Lunedì 10 Luglio alle 19.00 in piazza della Resistenza Partigiana.
Per salutare Franco, fare sentire la nostra voce al Comune e reclamare contro le scarse condizioni di sicurezza della città di Milano.

Eravamo circa duecento, tutti in sella alle nostre bici: ciclisti, associazioni, attivisti, commercianti, corrieri. Abbiamo cominciato il presidio appendendo una ghost bike preparata per Franco. Poi siamo partiti con un corteo lungo la circonvallazione dei Navigli, quella che proprio a causa del cantiere della M4 ha visto la cancellazione della pista ciclabile e che è stata oggetto di polemiche in seguito ad alcune ingenue dichiarazioni dell’assessore Rozza: la soluzione per il problema della sicurezza? Semplice, basta proibire la bici nelle zone di cantiere!

Abbiamo raggiunto Palazzo Marino, la sede del Comune, e qui abbiamo fatto un flash mob molto toccante. Le nostre bici adagiate in terra, ci siamo sdraiati mantenendo il silenzio per alcuni minuti per rappresentare una scena che vorremmo non vedere più sulle nostre strade.
Una volta interrotto il silenzio, associazioni e attivisti dicono alcune parole. Guia Biscaro, presidente di FIAB Milano Ciclobby, conclude il suo intervento dicendo “la bici non è il problema ma è la soluzione”. Infine una delegazione di alcuni ciclisti e delle associazioni presenti è riuscita a ottenere un incontro con l’assessore Granelli e altri consiglieri per esporre le richieste e chiedere una vera svolta per la sicurezza e la mobilità sostenibile.

Noi riprendiamo le nostre bici. Come sempre pedaliamo verso casa con tanta speranza per il futuro, con gli occhi ben aperti e con la paura di fondo che un giorno possa toccare a noi o ai nostri amici. Ma andiamo avanti. Con la fiducia di poter cambiare le cose.
Io sorrido per Franco. Spero che abbia sentito il nostro affetto per lui e che da lassù continui a pedalare e a crederci.

Leggi di più:
Bike Italia
Milano.Corriere

O guarda il video:
manifestazione in memoria di Franco Rindone

Ghost Bike per Franco (foto del Corriere)
Corteo verso Palazzo Marino (foto del Corriere)
Un sorriso per Franco (foto del Corriere)
Flash Mob a Palazzo Marino (foto del Corriere)

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2 commenti su “Adesso basta morti in strada! Una pedalata per Franco

  1. Sergio il said:

    Conoscevo Franco Rindone , era stato il mio avvocato in alcune occasioni. Sono rimasto incredulo quando oggi mi hanno messaggiato che era deceduto. Poi ho scoperto come. Basito. Sapevo della sua passione nel recarsi in bicicletta in ufficio.Non era molta la strada. Ma finire sotto un camion in quel modo ,; e’ una storia già’ vista. Quei camion sono bombe ad orologeria. Non capisco , rendono obbligatorio il disco per controllare le ore di viaggio, altre cose pure, ma si lascia circolare un mezzo imponente con un angolo cieco!!?? Pazzesco , e’ solo questione di tempo e ci scapperà un altro morto.Urge rimediare, si renda obbligatorio a questi mezzi , che so una telecamera o specchi adeguati che ovvino il problema. Altro che omicidio stradale. Questi sono premeditati , ma dal legislatore!!!

    • casybike il said:

      Ciao Sergio, grazie per il tuo commento. Mi dispiace che tu abbia perso una conoscenza preziosa. Questo cose non dovrebbero davvero accadere. Sono molto triste per Franco e molto impaurita. Eppure sono anche dispiaciuta per il camionista. In fondo faceva il suo lavoro con i mezzi a disposizione.
      Ma le cose miglioreranno. Prima o poi… Still ride on!

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