Charity Bike Ride – a Casa della Carità

Penso che ognuno di noi metta il suo mattoncino…
non importa dove lo metta, se in basso o in alto… ognuno mette il suo, e con il contributo di tutti possiamo fare qualcosa.
A grandi linee, queste le parole di Luisa: operatore sociale di Casa della Carità. Parole che hanno lasciato un segno nella mia mente. L’ho sempre pensato anche io, ma quando lo senti dire da persone che ogni giorno lavorano per aiutare gli altri, tutto assume un significato molto più grande e profondo.

Ma come ci siamo arrivati a Casa della Carità?
Con il mio gruppo Bici Veg e alcuni amici di Internations, abbiamo fatto una piccola e simbolica Charity Bike Ride per portare a Casa della Carità un po’ di vestiti. Questa struttura di accoglienza li ritira il sabato, insieme ad altre cose utili per gli ospiti della casa o per chi è in difficoltà e si avvale del servizio docce e guardaroba. La pedalata in sé è stata corta e facile, circa 20 km da Cadorna a Crescenzago e ritorno. Il nostro obiettivo non era macinare chilometri ma confrontarci con altre realtà e, per quanto possibile, dare il nostro piccolo contributo. L’impatto che ha avuto per noi il visitare questo luogo è stato grande.

Conoscevo la Casa della Carità già da un paio d’anni…
Ho avuto l’immensa fortuna di poter partecipare a un progetto di volontariato d’impresa della mia azienda. Abbiamo ristrutturato il bar e la sala comune dell’area accoglienza uomini della Casa. Era un luogo trascurato e spento che con pennelli, colori, qualche listone di pavimento a effetto legno, si è trasformato in un ambiente, non certo perfetto, ma più caldo, accogliente e piacevole da vivere. Lavorare con i miei colleghi e con gli ospiti della casa in questo progetto era stato per me un’esperienza che mi aveva arricchito e motivato moltissimo.

Mi è venuta l’idea della Charity Bike Ride
Ho contattato subito Bianca, responsabile del Fundraising, che non vedevo da due anni.
Lei si è dimostrata subito entusiasta e abbiamo concordato una data in cui lei potesse esserci per accoglierci e guidarci nella visita della casa. Mi ha fatto molto piacere la sua accoglienza oggi. Lei e Luisa ci hanno raccontato tutto l’immenso lavoro che fanno.

La Casa della Carità è aperta dal 2005
Un tempo era una scuola, che è stata poi ristrutturata per trasformarsi in questo centro che si occupa di accogliere persone con gravi problemi. Aiuta migranti, padri separati, senzatetto, anziani, mamme sole con bambini e tanti altri casi di persone in seria difficoltà. Le aiuta a risollevarsi dalle tragedie che hanno travolto le loro vite, offrendo loro sostegno e aiuto pratico. Tra le mille attività ci sono i corsi di Italiano, la mensa, le docce, il sostegno psicologico, l’aiuto nelle pratiche burocratiche, l’alloggio, la ricerca di una casa fuori dalla struttura e la ricerca di lavoro affinché gli ospiti possano uscire dalla Casa e costruirsi un loro futuro.
Ma soprattutto offrono tanto sostegno umano. Chi non ha bisogno di qualcuno che ti offre una mano per rialzarti? Qualcuno su cui contare? Ed è bello che ci siano persone come loro, che danno il cuore per gli altri.

Inoltre la Casa della Carità persegue anche un obiettivo culturale molto importante e per questo motivo ha una biblioteca bella e fornita aperta ai residenti del quartiere Adriano, un auditorium dove si tengono eventi aperti al pubblico, e nel bar che abbiamo ristrutturato due anni fa, ora c’è la gelateria “Ero straniero” che a breve sarà disponibile anche per gli esterni, e non solo per operatori e ospiti della Casa.

Alle 13 ringraziamo e salutiamo Bianca e Luisa. Ci hanno dato tanti stimoli e anche tante emozioni.
Ci aspetta una bella pizza proprio vicino alla Casa, e in men che non si dica abbiamo fatto un’allegra tavolata…
e già pensiamo ai prossimi eventi Bici Veg!

Alex

Precedente A Raggio in bici Successivo La vuelta de Cuba (con e senza bici)